Catalogo Cambialamore

Dopo la parentesi floreale ho iniziato a dipingere solo con i colori e alcuni segni. Così nel giro di pochi anni, dal 1999 al 2002 sono passata dalla velatura dell’800 all’iperrealismo, dai macchiaioli all’astratto, accompagnata sempre dalla necessità di divorare e comprendere le varie tecniche artistiche per poi disfarmene. Non volevo assolutamente arrivare alle tecniche attuali senza aver provato tutto quello che era stato fatto fino ad oggi. In questo posso asserire che l’arte non è altro che un modo per raccontare se stessi e le proprie tecniche di sopravvivenza. Questo meccanismo di inglobare e poi espellere è la mia normale tecnica di conoscenza e interpretazione del mondo. Di fronte alla novità sono entusiasta, mi innamoro follemente e quel certo timore verso l’ignoto che mi nasce dentro mi spinge ancora di più verso la conquista. Quando tutto è chiaro e metabolizzato sputo il nocciolo e devo assolutamente passare ad altro - non proprio un’immagine da gran dama, lo riconosco, ma così è! Quando finalmente ho iniziato con gli astratti, ingrandendo particolari di alcuni miei lavori, stavo concettualmente avvicinandomi all’approccio creativo attuale. Quel particolare stava a rappresentare una piccola porzione della realtà da cui proveniva, lo stesso processo che avviene nel tentativo di comprendere la realtà e l’ informazione. Non è in fondo questa la visione che abbiamo della vita? Un piccolo frammento parziale, magari affascinante, ma pur sempre frammento di un intero? Non è così che ci viene prospettata la realtà del nostro mondo? Cosa sappiamo veramente di tutto quello che sta avvenendo sulla nostra terra? Anche nella più totale buona fede, dieci testimoni di un avvenimento daranno dieci punti di vista differenti. E stiamo parlando di buona fede. Ciechi di fronte alla verità dobbiamo accontentarci del particolare e con l’aiuto della fan- 33

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